Partiamo dalla definizione di assertività che è “la capacità di esprimere in modo chiaro ed efficace le proprie emozioni e opinioni senza tuttavia offendere né aggredire l’interlocutore.”
Dunque per essere assertivi bisogna anche imparare a dire no.
L’equivoco è pensare che negare una richiesta significhi rifiutare la relazione con l’altro. Sempre per questo motivo, chi non sa dire no probabilmente ha le medesime difficoltà nel chiedere e quindi rinnega i propri bisogni evitando sì un probabile rifiuto dall’esterno ma imponendoselo di fatto da solo. Questo può innescare un meccanismo per cui ci si sente sempre disponibili per tutti ma non ricambiati, alimentando le aspettative sugli altri affinché realizzino i nostri bisogni senza che però questi siano stati da noi identificati con chiarezza all’interno ed espressi in maniera efficace all’esterno. Magari anche per timore di apparire inopportuni o invadenti.
E dunque, cosa può sostenerci nell’interrompere questo “circolo”? Per esempio, ascoltare noi stessi e gli altri, individuare con chiarezza i nostri obbiettivi e bisogni, riconoscere a noi e agli altri il diritto di chiedere e il diritto di rifiutare, “agire” assertivamente nel mondo.
Per sostenerci in questa esplorazione e viaggio nella consapevolezza, può essere utile intraprendere un percorso di counseling dove, attraverso il dialogo empatico e l’incontro, ci si può dare l’opportunità di esplorare in un luogo protetto nuove possibilità per affrontare condizioni di vita che risultano difficoltose o insoddisfacenti.
(illustrazione Emiliano Cavalli)